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LETTERA APERTA AL SINDACO DI SEGRATE

Signor Sindaco,

ho un paio di richieste da farle.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una improvvisa accelerazione nelle iniziative dell'amministrazione comunale di Segrate. La maggioranza da lei guidata ha presentato il calendario di un fittissimo programma di riunioni su due temi primari, il Bilancio e il PGT: tra commissioni e Consiglio, 10 incontri nel giro di 20 giorni, in orari che vanno tra le dieci del mattino al pomeriggio e alla sera dopocena. La collega Mongili, facendosi portavoce della minoranza, ha chiesto una distribuzione meno assillante degli impegni e, soprattutto, che la discussione del PGT iniziasse dopo la votazione del Bilancio: in pratica uno slittamento di una decina di giorni. Dalla maggioranza è arrivato un bel non se ne parla: il PGT è uno strumento di pianificazione che tutela l'interesse dei cittadini e “non è strumento facoltativo da approvarsi sine die”. Grande fretta.

La prima richiesta: cerchiamo di evitare, adesso e in futuro, queste accelerazioni non concordate e, per quel che mi riguarda, immotivate. Il PGT è importantissimo e su di esso si gioca il futuro del nostro territorio. Se il Consiglio si prendesse qualche giorno in più per valutarlo, non penso proprio che l'opinione pubblica si debba risentire ed escludo di dover vedere suoi elettori protestare davanti al municipio gridando “PGT subito!”. La saggezza popolare mette in guardia contro la fretta nemica del bene ed anche i suoi elettori conoscono i proverbi.

La seconda richiesta riguarda il Golfo Agricolo. Ho letto la sua intervista su Il Giorno-Martesana del 4 maggio nella quale lei sostiene i grandi vantaggi per i cittadini segratesi del “recupero” (cementificazione) dell'ultima grande area verde di Segrate. Nell'intervista lei si “arrampica sui vetri” in almeno due argomentazioni.

La prima “arrampicata” è clamorosa. Riporto letteralmente dal suo programma elettorale: “Al fine di completare il sistema segratese dei parchi, il Golfo Agricolo verrà trasformato al 90% in verde pubblico e l’area verrà preservata secondo le seguenti caratteristiche...”. Ora scopriamo dalla sua intervista che nel 10% da costruire si intende il puro perimetro delle costruzioni e che un altro 20% verrà occupato da strade, parcheggi, giardini privati, box sotterranei. Il verde pubblico si riduce così dal 90% al 70%, che magari, scopriremo a suo tempo, comprenderà strade di attraversamento, parcheggi pubblici, chioschi vari e, chissà, una bella caserma per la Guarda di Finanza.

La seconda “arrampicata” lei la fa quando le viene posta la madre di tutte le domande: “Non sarebbe meglio attendere la vendita di tutti i cantieri aperti in città prima di sbloccare altri progetti?” Riporto la sua sorprendente risposta: «La domanda abitativa non è in calo. La gente riconosce la qualità della vita di Segrate e cerca di trasferirsi nella nostra città, lo dimostra il fatto che nonostante i prezzi alti l’attenzione continui a crescere. Solo l’intervento di Redecesio Nord va a rilento».
Veramente non sapevo che anche Redecesio Nord andasse a rilento. Ma lei si è improvvisamente dimenticato di Santa Monica: oltre duemila appartamenti previsti e poco più di cento venduti? Ogni giorno vediamo gli scheletri dei palazzi incompiuti in ogni parte della città oltre a Santa Monica: il quartiere della stazione, il Borgo 2 di Rovagnasco, Redecesio... E il nuovo lotto di Centro Parco è già tutto venduto?

Che fretta c'è di lottizzare ancora?

Qualche settimana fa parlando in consiglio del bilancio ho ipotizzato che questa “ansia” di lottizzare fosse anche dovuta alle pressioni dei costruttori ed ho usato il termine lobby. Lei non ha gradito per niente questa mia insinuazione e mi ha risposto duramente.

La mia seconda richiesta è questa: mi dimostri che ho torto. Mi dimostri che le pressioni dei proprietari dei terreni per lei non contano e possono essere ignorate.
Glielo chiedo sinceramente e rispettosamente, cessando ogni polemica. Se avesse un senso, glielo chiederei come un favore personale. Già lei ha la responsabilità di aver approvato (come assessore) l'operazione Santa Monica, disastrosa nelle intenzioni e, fino ad ora, nel risultato.

Per il Golfo Agricolo, l'ultima grande area verde di Segrate che molti segratesi vorrebbero rimanesse sempre tale, prenda almeno la decisione di rimandare a quando la città ne avrà veramente bisogno, a quando i tanti cantieri avranno finito di lavorare.

Sono sicuro che saremo in molti ad applaudirla.

Cordialmente.

Paolo Micheli
Capogruppo consiliare di Segrate Nostra

8 maggio 2011