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Basta Stampa

bastaSegrate, 16 novembre 2014

Cari amici,

Lambro e Seveso inondano Milano, il Bisagno fa tremare Genova, e nel frattempo guardiamo al Po angosciati. Una giornata drammatica che è una sintesi del dramma nazionale, segnato da un declino complessivo, e non soltanto economico.

Sembra che questo disgraziato Paese non stia neppure affondando; ma piuttosto si stia disfacendo o sciogliendo in mezzo al fango che lo sommerge. Una metafora facile, e perciò di dubbio gusto; ma non per questo meno vera.

Siamo già affondati 70 anni fa, a conclusione di un percorso che non era riuscito a fare di una Nazione uno Stato. Allora abbiamo trovato lo scatto d'orgoglio, i valori e la disciplina necessari per risalire. E oggi? Leggendo i giornali si direbbe che siamo un paese di vecchi, ormai assuefatti ai "malanni" irreversibili dell'età e della stagione...

Perciò questo è il momento per una Politica diversa da quella con l'iniziale minuscola, miserevole e meschina, shortsighted quando non corrotta, incapace di un progetto degno di tale nome, che lentamente ha permeato la nostra cultura, avvelenandoci.

Questo è tempo per Statisti, e non per modesti amministratori al più dediti al piccolo cabotaggio ed alla cura dei propri particolari interessi. Questo è tempo per una Politica intesa come dovere verso la collettività. Questo è tempo per uscire da una cultura provinciale e asfittica, che accampa proprie presunte e non verificate eccellenze, e poco sa di quanto si faccia altrove, per non parlare dei passi innanzi della grande scienza e tecnologia.

Non è più il tempo di comunicati stampa grigi e di parole logore prima ancora d'essere pronunciate. Già ascoltate tante altre volte, e perciò prevedibili e stucchevoli. Di poco, o nessuno interesse. E' tempo di gridare con forza: BASTA! E di mettersi seriamente al lavoro, di ritrovare il piacere per l'approfondimento e lo studio serio dei problemi, per la ricerca di soluzioni. Già: perché di soluzioni c'è bisogno. Tempo di ritrovare in definitiva l'orgoglio di dire: siamo ancora capaci.

E per cominciare: riportiamo con forza la nostra battaglia sullo STOP al consumo di suolo là dove deve stare: davanti alla società civile, e perciò fuori dall’aula di un Consiglio che ha già largamente dimostrato la propria inettitudine ad affrontare i problemi veri del territorio che dovrebbe regolare. Ritroviamo audacia, e proviamo a pensare che la protezione del territorio non è semplicemente una technicality appannaggio di urbanisti; piuttosto, può essere una fucina per creare non solo condizioni di vita migliore, ma anche nuovo lavoro e valore.

Buona domenica!

Paolo Micheli
Capogruppo consigliare di Segrate Nostra